martedì 19 febbraio 2013

Lo scandalo della carne di cavallo

Ormai è cosi, appena si allentano i controlli sulle carni animali commercializzate o usate in prodotti alimentari, ecco che "i furbetti del quartierino" ne approfittano per propinarci l'ennesima "bufala".
Dopo la "mucca pazza"e il pollo alla diossina ecco spuntare sulle nostre tavole la carne di cavallo spacciata per carne di manzo. 
Mentre in molti Paesi europei si sta procedendo ad applicare la raffica di  test imposti dall'Ue per individuare la presenza o meno di carne di cavallo nei prodotti alimentari, l'Italia, maggior consumatore di cavallo in Europa, si è detta contraria, unica tra i 27 Paesi membri dell'Ue, compresa la Romania dalla quale sembra partita lo scandalo della carne equina spacciata per manzo.
Negli altri Paesi europei invece è vera e propria psicosi: in Francia la grande distribuzione (Auchan, Casino, Carrefour, Cora, Monoprix e Picard) ha ritirato dagli scaffali tutti i cannelloni, lasagne, spaghetti alla bolognese, mussaka ed hachis Parmentier a marchio Findus.  
La Lidl ha annunciato di aver ritirato dalla vendita dei piatti pronti dove al posto della carne di manzo è stata trovata quella di cavallo dai suoi supermercati in Svezia, Finlandia, Danimarca e Belgio.
In Gran Bretagna, dove la carne di cavallo è un tabù alimentare, è crollata la vendita di hamburger:  e secondo un sondaggio Nielsen due terzi degli inglesi pensano di non comprare più carne surgelata.
Secondo quanto scrive il Financial Times, la più determinata è ancora una volta la Germania  che sta attuando un piano in 10 punti che va oltre quanto stabilito dall'Ue e che verificherà anche la eventuale presenza additivi non dichiarati.
Inoltre la brasiliana Jbs, ha annunciato che ha provvisoriamente cessato di commercializzare la carne europea dopo che è stato fatto il suo nome nello scandalo della cane di cavallo. Jbs Toledo, la filiale commerciale del colosso brasiliano in Europa, non commercializzerà la carne europea fino a che non verrà ripristinata la fiducia nella catena logistica del manzo europeo.
E' notizia di oggi che anche in Italia una delle più rappresentanti multinazionali presenti sul nostro paese ha cominciato il ritiro dei suoi prodotti dopo che si sono trvate tracce di DNA equino nei suoi famosi ravioli ha annunciato che ritirerà dalla vendita in Italia e in Spagna i "ravioli al brasato" e "i tortellini di carne". I prodotti ritirati saranno sostituiti con altri “che i test confermeranno essere al 100% di manzo” aggiunge l'azienda in una nota, nella quale precisa che sono state sospese “tutte le consegne di prodotti finiti con manzo della tedesca H. J. Schypke, società che lavora per uno dei nostri fornitori”. Tra i prodotti ritirati anche le “Lasagnes a la Bolognaise Gourmandes” prodotte in Francia.

Noi come consumatori finali possiamo solo sperare che le aziende rafforzino i controlli, non solo al loro interno ma anche alla fonte.

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giovedì 7 febbraio 2013

Vitamina C e calcoli renali


Dalla Scandinavia arriva un allarme che se confermato potrebbe modificare le abitudini di molte persone. Infatti, scrive la rivista Jama Internal Medicine, “gli uomini che prendono regolarmente supplementi di vitamina C hanno un maggior rischio di essere colpiti da calcoli renali”. Questo infatti sostiene lo svedese Karolinska Institutet, che invece non hanno riscontrato nessuna associazione rischiosa di questo tipo con i multivitaminici. Anche perché contengono minori concentrazioni di vitamina C. 
Gli scienziati hanno monitorato 23.355 uomini per 11 anni, confrontato il rischio di calcoli in quelli che avevano assunto supplementi di vitamina C con quello degli altri. Risultato? Hanno scoperto che tutti quelli che prendevano tipicamente 1000 milligrammi al giorno di vitamina C avevano una probabilità doppia di avere calcoli. E questa tendenza aumentava via via che saliva l'aumento della frequenza di assunzione. Non a caso i ricercatori hanno voluto ricordare che in Svezia “la dose quotidiana di vitamina C consigliata è di 75 milligrammi, dose che si può assumere tranquillamente attraverso il consumo quotidiano di frutta e verdura.
E’ importante sapere infine che consumando cibi ricchi di vitamina C, come ad esempio i kiwi, il nostro organismo ne riesce ad assorbire e a mantenere una quantità 5 volte maggiore di quella assunta attraverso gli integratori alimentari, senza rischi per la salute.
Inoltre dosi relativamente elevate di vitamina C può causare indigestione, soprattutto se assunto a stomaco vuoto. Se assunta in dosi massicce, la vitamina C provoca diarrea nei soggetti sani,  nausea, vomito, arrossamento del viso, cefalea, affaticamento e disturbi del sonno. Le principali reazioni tossiche nei neonati sono stati eruzioni cutanee.
Però non dimentichiamo che assumendo Vitamina C con la normale alimentazione, quindi senza l'uso di integratori alimentari, i benefici della vitamina C sono ampiamente noti a tutti: rafforza le difese immunitarie, proteggendoci da influenza e raffreddori, aiuta ad assimilare il ferro contenuto negli alimenti e secondo alcuni studi svolgerebbe un ruolo importante per garantire un funzionamento efficiente del cervello.
Per concludere un'unica raccomandazione trova un consenso unanime da parte di medici e ricercatori: per contrastare la formazione dei calcoli renali è fondamentale mantenere idratato l'organismo assumendo le giuste quantità di liquidi con la dieta, naturalmente è importante non esagerare: l'apporto idrico deve sempre essere proporzionato al tenore dell'alimentazione e all'attività fisica, e mai esagerato.
In genere, si consiglia un consumo di acqua pari a circa 2–3 litri al giorno, in modo che il volume urinario sia di 2 litri nell'arco delle 24 ore. E si raccomanda un generoso apporto di liquidi soprattutto in periodi particolari: come pasti abbondanti, durante la notte, in presenza di perdite idro-saline a livello gastrointestinale (diarrea, vomito) e in caso di eccessiva sudorazione nel corso di esercizi fisici o soggiorno in un clima eccessivamente caldo-umido. Attenzione anche ai viaggi lunghi, soprattutto in aereo. In genere, urine di colore giallo molto pallido sono spia di una giusta idratazione, mentre è necessario aumentare l'apporto idrico se le urine appaiono di colore giallo scuro o marrone.
Spesso, in presenza di calcoli renali si consiglia di preferire l'acqua alle altre bevande, scegliendo preferibilmente acque oligominerali o minimamente mineralizzate, in modo da contenere l'apporto di sodio e calcio, il cui aumento nelle urine può favorire la formazione di calcoli. 
Caffè, tè e succhi di frutta sono alimenti ricchi di ossalati, per cui il loro consumo andrebbe limitato soprattutto in presenza di calcoli da ossalato di calcio.

                                                                                                    (Fonti:Varie)

                          



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lunedì 4 febbraio 2013

4 Febbraio: Giornata mondiale contro il cancro

Nel novembre del 2007 è stata pubblicata un’importante review nella quale sono stati riesaminati tutti gli studi esistenti sul rischio riguardante diversi tipi di cancro in base allo stile di vita scelto. Questa review, pubblicata congiuntamente dal World Cancer Research Fund (WCRF) e dall’American Institute for Cancer Research (AICR), mettendo insieme le ricerche di alta qualità e l’esperienza scientifica internazionale, fa il punto della situazione sulla conoscenza delle relazioni tra alimentazione, caratteristiche del corpo, attività fisica e i diversi tipi di cancro. Solo il 5-10% dei tumori sono di origine ereditaria e chi presenta dei geni promotori del cancro non necessariamente svilupperà un tumore (ma presenta un rischio più elevato rispetto alla maggior parte della popolazione). L’esposizione a fattori ambientali che causano il danneggiamento dei geni è certamente uno dei più importanti fattori che possono favorire o meno lo sviluppo di tumori. Sebbene non si possano evitare tutti gli agenti cancerogenici, ci sono diversi aspetti della nostra vita quotidiana che possono essere modificati per prevenire il danneggiamento del DNA, come ad esempio una dieta salutare e la scelta dello stile di vita.
In un periodo di 5 anni, più di 20 tra i migliori scienziati del mondo hanno esaminato una serie di lavori scientifici internazionali commissionati in modo specifico per esaminare come i fattori che modificano lo stile di vita possono influire sul rischio del cancro.
Nonostante per l’uomo sia ideale praticare un’attività fisica regolare, negli ultimi anni il livello di attività fisica continua a diminuire. Il lavoro è diventato sempre più sedentario e la mancanza di attività costituisce un importante fattore di rischio per il sovrappeso e per l’obesità, che a loro volta aumentano il rischio di diversi tipi di cancro. La review sostiene la teoria che gli uomini si sono evoluti e adattati per essere fisicamente attivi nella vita e che la sedentarietà odierna non è salutare. Non tutti sanno che l’attività fisica, oltre ad avere un ruolo preventivo nei confronti delle malattie cardiovascolari, del diabete e dell’obesità, contrasta l’insorgenza di altre malattie, come il decadimento mentale senile, la depressione, la disfunzione erettile dell’anziano, ed anche alcuni tumori, in particolare il cancro del colon e della mammella. Che l’esercizio fisico sia un toccasana è cosa risaputa, ma da oggi sappiamo che per chi è guarito da un tumore potrebbe profilarsi come un autentico farmaco miracoloso. Secondo il Macmillan Cancer Support, l’attività fisica può beneficiare particolarmente le persone sottoposte a trattamenti contro il cancro e aiuta a prevenire il ritorno della malattia.
Pertanto oggi si sollecitano i medici a prescrivere esercizio fisico piuttosto che raccomandare ai pazienti solo riposo. Una rassegna di oltre 60 studi ha evidenziato che essere attivi durante il trattamento non peggiora la fatica, ma anzi produce effetti positivi sull’umore e sul benessere. Una volta terminato il trattamento anti-tumorale, l’esercizio aiuta infatti a ridurne gli effetti collaterali e indesiderati, come gonfiore, ansia, depressione, stanchezza, difficolta’ motorie e cambiamenti di peso.
Purtroppo, però, almeno il 60% della popolazione mondiale non raggiunge i livelli di attività fisica minimi che sarebbero indispensabili per la salute. Dai dati ISTAT del 2012 oltre il 40% degli italiani risulta sedentario.  
L’attività fisica influenza numerose funzioni dell’organismo umano potenzialmente correlate con il rischio di tumori: la funzionalità cardiovascolare e polmonare, la motilità intestinale, la produzione di ormoni, il bilancio energetico, la funzionalità immunitaria, la produzione di anti ossidanti e la riparazione del DNA.  L’associazione fra inattività e cancro del colon è quella più forte e meglio documentata. Gli effetti negativi della sedentarietà possono in parte spiegare la maggior frequenza del cancro del colon nelle nazioni industrializzate e nelle aree urbane. Già nel 1995 uno studio su oltre 47.000 sanitari americani di sesso maschile ha messo in evidenza un’associazione inversa tra sedentarietà e cancro del colon (con un dimezzamento del rischio nei soggetti attivi) e fra sovrappeso e cancro del colon, particolarmente marcata in presenza di una distribuzione addominale del grasso, con un rischio relativo pari a 0.53. Studi successivi hanno confermato questa associazione.  Anche il rischio di carcinoma della mammella si riduce del 14-30% con l’attività fisica e vi è una correlazione dose-risposta, anche se l’associazione è minore che per il cancro del colon. Tra i meccanismi proposti per spiegare l’effetto protettivo, la riduzione del grasso corporeo e la riduzione dell’insulina e di altre proteine circolanti che influenzano la disponibilità di estrogeni ed insulina. L’effetto protettivo si verifica anche nelle donne in terapia ormonale sostitutiva.
In conclusione, l’attività fisica ha un ruolo crescente nella prevenzione dei tumori.  Per chi è già attivo, bisogna tenere presente che per il mantenimento della salute, e quindi anche per la prevenzione dei tumori, sono consigliati 30 minuti di attività fisica, ad esempio cammino a passo spedito o bicicletta, 4-7 giorni alla settimana, oppure 10.000 passi al giorno. Per essere efficace l’attività deve avere una intensità sufficiente a produrre una certa sudorazione ed accelerazione del battito cardiaco. 
Per quanto riguarda chi vuole iniziare è bene farlo molto gradualmente, ad esempio misurando il numero di passi effettuati abitualmente ed aumentandoli di 500 ogni due settimane; o iniziando da 15 minuti di cammino al giorno e aumentando il cammino veloce di 3 minuti alla settimana fino a raggiungere i tempi consigliati. Molto importante sarebbe, per la maggior parte delle persone, trovare un amico o un gruppo con cui svolgere l’attività. Altri possono preferire invece di portare giornalmente a spasso il proprio cane. E se proprio l’attività fisica non ci piace? Bè, innanzitutto c’è chi detesta la palestra, il nuoto o la corsa, ma magari ama ballare o fare giardinaggio, o viceversa. Quindi si può provare a passare in rassegna le varie opportunità di muoversi senza limitarsi a quelle “classiche”. Per la maggior parte delle persone, l’attività fisica non solo fa bene alla salute, ma è anche molto piacevole, specie se svolta in compagnia.
La scelta di adottare un’alimentazione attenta e uno stile di vita sano già da giovani e mantenendola nel corso della vita, vi aiuterà a ridurre il rischio di alcune condizioni patologiche come l’obesità, l’ipertensione, il diabete e alcuni tipi di tumore. Possiamo seguire una dieta salutare attraverso l’assunzione bilanciata di alimenti, consumando alcuni cibi con moderazione e includendo un’ampia varietà di alimenti differenti. 
                                                                            (Fonti: Varie)