lunedì 27 giugno 2011

Bambini e nuoto

Con la chiusura delle scuole e l'approssimarsi delle vacanze molti genitori si ricordano delle lotte che fanno con i figli al mare per farli uscire dall'acqua. Altri genitori invece faticano proprio a farceli entrare in acqua, e cosi prima di partire per le ferie iscrivono i bambini a corsi di nuoto last minute...  Non che sia sbagliato cercare di far prendere confidenza con l'acqua ai bambini, ma spesso un bambino che ha paura non si lascerà andare neanche tra le braccia esperte dell'istruttore, che spesso tralascerà un pò gli altri bambini per dedicarsi alle difficoltà di un singolo. 
Chi ha a cuore questo sort quindi consiglia di iscrivere il bambino ad un corso annuale che guiderà il bambino dalle prime fasi, quelle dell'acquaticità, alle prime bracciate.
L‘acquaticità non è un corso di nuoto. I neonati non imparano a nuotare bensì a prendere confidenza con l’acqua tramite esercizi-gioco coordinati dall’istruttore, con l’aiuto del genitore che entra in acqua col bambino.
I corsi di acquaticità sono rivolti ai bambini dai 3 mesi in poi, ovvero dopo le prime vaccinazioni, quando il sistema immunitario è sufficientemente sviluppato e protetto per entrare in piscina e stare a contatto con gli altri bimbi. Dai 2-3 anni, dipende da come sono strutturati i corsi, il bambino può partecipare a corsi collettivi propedeutici al nuoto.
Rivestono una notevole importanza la pulizia e l’igene dell’ambiente e la temperatura dell’acqua che deve essere di circa 32°, diversamente dalle normali piscine che hanno una temperatura più bassa. Gli spogliatoi dovrebbero essere attrezzati di fasciatoi e box che consentano al genitore di sistemare borsoni e materiali senza dover tenere il bimbo in braccio. Meglio utilizzare le doccie, dopo la lezione, già presso la struttura, per togliere il cloro dalla pelle del bimbo.
In generale l’attrezzatura dovrebbe essere composta di: costume, cuffia, ciabatte e accappatoio per il genitore; per il bimbo costume idoneo per la ritenzione di pipì e altro, accappatoio, doccia-shampoo, pannolini di cambio, un cambio completo di scorta (lo menziono per esperienza, capita infatti che i vestiti tra doccia e costumini bagnati, si inzuppino e la scorta diventa preziosa!), la merendina (crackers o frutta) per il dopo piscina…i bimbi ne escono affamati!
La prima immersione in acqua deve avvenire in modo graduale. In molti casi le prime lezioni vengono svolte per la maggior parte fuori dall’acqua, su dei tappetini a bordo piscina, al centro dei quali vengono posti gli stessi giochi con cui il bimbo giocherà in seguito in acqua. I bimbi cominciano a familiarizzare tra loro, i genitori si conoscono. Capita che venga diffusa musica per bambini, per rendere l’ambiente il più ludico e divertente possibile. La prima immersione è diversa per ciascun bambino. Alcuni traggono subito piacere dall’assenza di gravità in acqua, dal fluttuare tra i giochini che galleggiano. Altri ancora si spaventano. Ecco allora che il genitore gioca un ruolo fondamentale, perchè saprà consolare, rassicurare con un amoroso abbraccio il bimbo impaurito. L’insistenza non è mai una buona soluzione, meglio distrarsi con i giochini, eventualmente anche fuori dall’acqua, se il bimbo proprio non ritrova serenità.
Superata la fase dell'acquaticità il bambino stesso mostrerà le proprie doti all'istruttore che deciderà o meno di "mandarlo" nella piscina dei bimbi grandi. 
In una seconda fase il bambino verrà accompagnato all'acquisizione della piena autonomia in acqua e verranno introdotti i primi esercizi di propulsione, e i primi esercizi a dorso.
quando l'istruttore riterrà acquisiti i fondamentali del nuoto lo introdurrà nello sport vero e proprio, questa è la fase più tecnica volta ad apprendere lo stile per poi cominciare a partecipare agli appuntamenti agonistici.
La cultura popolare vede nel nuoto la disciplina che maggiormente soddisfa l’esigenza di sport omnicomprensivo”, ma, ad un esame più attento, risulta evidente che neppure il nuoto può fregiarsi di questo titolo, perché, ad esempio, non interviene su importanti qualità quali l’abilità di coordinare il corpo rispetto allo spazio circostante, la propiocettivtà,  la capacità di saltare, correre o lanciare oggetti e la capacità di socializzare e di lavorare insieme agli altri per un obiettivo comune.
Una regolare attività in acqua contribuisce ad un migliore sviluppo psicomotorio nei bambini.
L’attività motoria in acqua è la più indicata per i bambini che percepiscono l’acqua più come un divertimento che come uno sport.
È importante che l’attività in acqua entri a far parte della vita dei bambini fin da subito, perché un bambino impara a familiarizzare con l’acqua molto più velocemente e con meno paure rispetto ad un adulto.
L’acqua è la fonte della vita dell’uomo e lo accompagna per tutta la sua esistenza.
I benefici principali che l’attività in acqua dona ai bambini sono:
- rilassamento e divertimento
- movimento in assenza di gravità e peso
- crescita coordinata e agilità
- aumento della forza fisica
- sviluppo del cuore e dei polmoni con un allenamento naturale della respirazione
- polmoni e cuore più sviluppati e resistenti
- stimolazione sull'attenzione e sulla consapevolezza

martedì 14 giugno 2011

Cuscino: come sceglierlo

Il cuscino non è un semplice rettangolo di stoffa imbottito di materiale soffice, ma un vero e proprio compagno, che sostiene più o meno generosamente il capo per circa un terzo della vita.
Il guanciale, al pari della rete e del materasso, è infatti un elemento determinante per la qualità del sonno.
Le caratteristiche più importanti sono sicuramente la giusta altezza ed una adeguata consistenza, elementi, questi, fondamentali per una sua ottimale confortevolezza. Non è tuttavia semplice stabilire quanto un cuscino debba essere alto e morbido, poiché molto dipende dalla posizione assunta durante il sonno e dalle caratteristiche anatomiche di chi lo utilizza. Una cosa, comunque, è certa: se si dorme sul guanciale sbagliato si rischia, un po' alla volta, di accusare disturbi anche seri alla schiena, al collo e agli arti superiori, che sovente si traducono in un senso di malessere diffuso al risveglio.
Quando si dorme, l'intera colonna vertebrale dovrebbe trovarsi in una posizione naturale e rilassata, a cominciare proprio dal tratto cervicale. La larghezza del cuscino, innanzitutto, dovrebbe essere di circa un metro, in modo da adattarsi all'ampiezza delle spalle ed impedire che la testa scivoli da un lato durante la notte.
Anche l'altezza è fondamentale. Se immaginiamo di dormire in posizione supina (a pancia in su), ci rendiamo conto di come un cuscino troppo basso o assente costringa il collo ad accentuare la sua curvatura (lordosi), per compensare quella dorsale (cifosi). E' come se dalla posizione seduta dalla quale si sta leggendo questo articolo si lasciasse cadere leggermente il capo all'indietro, costringendolo ad una posizione innaturale. Il risultato di questo atteggiamento forzato è l'irrigidimento notturno dei muscoli che sostengono la testa, con la conseguente comparsa di dolori al collo e alle spalle dopo il risveglio. Allo stesso modo un cuscino troppo alto, costringerebbe l'intera colonna e la muscolatura che la sostiene ad una posizione innaturale che, mantenuta così a lungo (circa un terzo della nostra giornata), potrebbe causare non pochi problemi al risveglio. Ci accorgiamo dei fastidi provocati da questo atteggiamento errato quando guidiamo a lungo con la testa flessa in avanti: la colonna non è nella posizione corretta e i muscoli del collo si irrigidiscono.
Se dormiamo di lato su un cuscino troppo alto o troppo basso la colonna perde nuovamente la sua linearità. E' come se stessimo a lungo con il collo piegato verso sinistra o verso destra, la sensazione potrebbe anche essere piacevole nell'immediato, ma di certo non nel lungo periodo.
L'altezza del cuscino è dunque un parametro molto importante, strettamente legato alla sua consistenza. Se il guanciale è troppo morbido il collo "sprofonda" al suo interno, mentre se è troppo rigido il problema si capovolge. In entrambi i casi il tratto cervicale della colonna è costretto a mantenere una posizione innaturale, che la muscolatura cerca di compensare costituendo così una potenziale fonte di dolori.
Anche la scelta del materiale è molto importante. Asmatici e allergici dovrebbero, per esempio, avvicinarsi con cautela ai classici cuscini imbottiti di piume d'oca, piuttosto confortevoli ma non lavabili e facilmente colonizzabili dagli acari.
Quelli in gommapiuma sono invece più igienici e quindi utili per chi soffre di riniti allergiche; troppo caldi d'estate, in alcuni casi possono tuttavia causare problemi di varia natura al collo per via della loro maggiore rigidezza.
Un buon compromesso tra comfort ed igienicità è rappresentato dai cuscini in lattice, perché lavabili ed antiacaro; anche in questo caso possono tuttavia risultare eccessivamente rigidi per chi soffre di dolori cervicali.
In commercio troviamo anche guanciali "new age", come i cosiddetti "ad acqua", che si adattano alla forma del capo quando questo cambia posizione, quelli che emanano essenze rilassanti/stimolanti o quelli associati a pietre particolari, come l'ametista, con lo scopo di rendere più vividi e chiari i sogni.
I cuscini in microfibra rappresentano probabilmente la soluzione più moderna e confortevole. Grazie alla particolare intrecciatura delle maglie, permettono la ridistribuzione dei pesi  in modo che questa si adatti alla naturale curvatura della regione cervicale. Il sistema è simile a quello del materasso in lattice che, se ben studiato, si abbassa nei punti di pressione per seguire le forme di capo e collo. In alcuni casi queste fibre sono dotate del cosiddetto "sistema antiacaro permanente". Si tratta di materiali sintetici appositamente studiati per respingere gli acari della polvere, regalando sonni più igienici e riposanti a chi soffre di problemi allergici.
Ma i cuscini più all'avanguardia sono quelli dotati del cosiddetto sistema "Memory fam". Grazie a gel appositamente studiati o a particolari schiume di lattice, sono in grado non solo di adattarsi alla forma del capo e del collo di chi lo utilizza sfruttando il calore che questo emana, ma addirittura di memorizzarla per qualche secondo. Quando durante il sonno ci si gira, la "memoria" viene perduta nel giro di qualche secondo ed il cuscino si adatta immediatamente alla nuova posizione. Non sono quindi la testa ed il collo ad adattarsi al cuscino, ma viceversa.
Molto in voga anche i guanciali naturali e biologici, fatti con pula o chicchi di cereale (solitamente il grano saraceno che, a dire il vero, non è un cereale anche se viene comunemente fatto rientrare nella categoria). La presenza del materiale biologico contribuisce a rendere il cuscino avvolgente e riposante, molto fresco d'estate.
Non esiste dunque un prodotto ideale e universale che vada bene per tutti, la preferenza di un tipo piuttosto che un altro è del tutto personale. In linea generale, in base ai prodotti attualmente disponibili, il cuscino migliore è quello che possiede le seguenti caratteristiche: facilmente lavabile ed anallergico, traspirante, con sistema antiacaro permanente e costituito di un materiale a memoria di forma.

Dunque, a grandi linee, un cuscino "standard" dovrebbe essere largo circa un metro per un altezza che vari dai 10 ai 20 cm. Da non sottovalutare, inoltre, le preferenze e le sensazioni individuali, sia nel breve, ma soprattutto nel lungo periodo. Per evitare che si trasformi in un ricettacolo di germi e sporcizia, è bene arieggiarlo ogni giorno, preferibilmente non esponendolo ai raggi diretti del sole; è inoltre importante lavarlo quando è possibile ed utilizzare fodere in cotone sostituibili. La durata media, a seconda dell'utilizzo e dell'usura, è di 2-5 anni.

I cuscini ortopedici ed i cuscini speciali

Il cuscino cosiddetto "a rotolo" è uno dei più utilizzati in presenza di artrosi cervicale, una delle più comuni cause di dolore a questa delicata zona corporea. Va posizionato sotto la normale curva lordotica del collo, in modo da mantenere le vertebre cervicali in lieve trazione e, grazie all'eventuale presenza di rialzi laterali, evitare movimenti indesiderati della testa. Lo stesso schema "strutturale" è comune a molti altri tipi di cuscini sagomati, sempre utili in presenza di dolori cervicali e da utilizzare rigorosamente in posizione supina. Alcuni di questi aiutano a sostenere correttamente la testa, impedendo che quest'ultima assuma posizioni errate anche durante il risposo su un fianco.
Un normale guanciale da posizionare sotto le ginocchia aiuta a diminuire la lordosi lombare della colonna e può quindi rivelarsi utile per chi soffre di dolori alla bassa schiena.
Sempre da posizionare sotto le gambe, esistono poi dei cuscini appositi, i cosiddetti cuscini elevatori, per chi soffre di problemi circolatori, particolarmente diffusi nel sesso femminile. Molto più alti dei guanciali tradizionali, facilitano il ritorno venoso al cuore e sono quindi utili in caso di gambe affaticate e gonfie, vene varicose, ritenzione idrica, crampi ai polpacci e in gravidanza.
Una seconda categoria di cuscini, accomunata dalla forma a cuneo, è stata studiata e riprodotta per mantenere le spalle ed il torace sollevati durante il riposo. Questo tipo di guanciale si rileva un'ottima scelta per chi soffre di ipercifosi dorsale (la cosiddetta "gobba") o di disturbi respiratori, come asma, apnee notturne e roncopatie (il russare); la leggera flessione anteriore del busto facilita infatti l'atto respiratorio.
Esistono poi dei cuscini dedicati esclusivamente al pubblico femminile ed in particolare alle neomamme e a chi soffre di sindrome premestruale,  dismenorrea o mastopatie. Sagomato sul torace, con due cavità in corrispondenza dei seni, permette di dormire a pancia in giù senza dolorose compressioni.
Anche per le donne in gravidanza esistono appositi cuscini, che devono essere fatti passare sotto la pancia e in mezzo alle gambe, in modo da dormire su un fianco evitando pericolose pressioni sul pancione.
In ogni caso, la scelta di un cuscino ortopedico o speciale va sempre eseguita in relazione alle caratteristiche individuali, che lo possono rendere controindicato in un caso, utile in un altro o viceversa. Per questo motivo è molto importante il preventivo consulto con uno specialista.



                                                                                      (Fonti: www.my-personaltrainer.it)

lunedì 13 giugno 2011

Saltare la corda fortifica il cuore

C’è chi non riesce proprio ad accettare l’idea di dover uscire di casa per raggiungere la palestra sudare per un’ora e poi tornare a casa nuovamente. C'è chi si crogiola nella scusa che in inverno per la difficoltà del clima o in estate quando in vacanza non è facile trovare percorsi di allenamento interessanti, oggi la soluzione c'è, quindi se appartenete a questa categoria, non dovete per forza rinunciare all’allenamento: sono molteplici infatti gli esercizi che potete fare anche a casa, magari usando qualche oggetto comune uno tra tutti la corda!
All'inizio usata dai pugili, da giocatori di basket  o tennisti come strumento regolare di allenamento, oggi è usata anche nelle palestre dove per anni è stata sconosciuta, preferendo a essa macchine molto più sofisticate che, se possono essere migliori dal punto di vista del potenziamento, sono nettamente inferiori per quanto riguarda l'allenamento cardiovascolare e l'elasticità.
Probabilmente la corda non ha molti seguaci perché si pensa sia uno strumento di difficile gestione e perché lo si ritiene noioso e ripetitivo. Louis Garcia ha inventato un semplice metodo per imparare a usare la corda e  una volta appreso, il movimento non si scorda più.
Una volta imparato l'uso della corda, è importante capire come ci si può allenare. 
Vediamo alcune regole in cui vengono fissate le principali caratteristiche dell'allenamento:
1) La lunghezza della corda deve essere tale che quando è passata sotto ai piedi arrivi al petto. L'esercizio deve essere preceduto da un minimo di riscaldamento e da uno stretching molto blando.
2) La durata deve essere di almeno 15', meglio 20'. 20' è l'obiettivo finale. 
Per i principianti iniziare con 1' di lavoro + 1' di pausa. Arrivare a 3' di esecuzione + 1' di pausa è già un ottimo livello.
3) Nel caso si usino ripetizioni, il tempo di recupero deve essere non superiore ai 2'.
4) Usate un ottimo paio di scarpe, non eseguite l'esercizio a piedi nudi.
5) Se riuscite ad arrivare a 15' potete bruciare dalle 150 alle 200 kcal.
6) L'allenamento alla corda dovrebbe essere inserito nella seduta tecnica, non deve precedere o seguire sedute di allenamento qualitativamente o quantitativamente intense.
7) Chi utilizza la corda saltuariamente dovrebbe limitarsi all'esercizio base.
8) Alcuni contano i salti, ma è più interessante misurare il tempo di esecuzione.

Una volta che avrete la corda tra le mani, tenete la schiena eretta, le braccia immobili e i gomiti vicini al busto. la corda infatti va fatta ruotare usando solo i polsi. Non saltate appoggiando tutto il piede, ma rimanete sulle punte, sfrutterete la muscolatura dei polpacci. 
Indossate sempre un comodo paio di scarpe, evitate di saltare a piedi nudi.
Quando avrete acquisito un certo ritmo e una certa dimestichezza potrete anche variare l’esercizio: saltate incrociando le braccia, su un piede solo, avvolgete la corda più velocemente in modo da includere due giri per salto o correte con le ginocchia alte.

L’ideale sarebbe saltare almeno per un quarto d’ora, in questo tempo potrete bruciare tra le 150 e le 200 Kcal

                                                                                                                       (Fonti varie)

Hula hoop: gira che ti rigira

L'hula hoop è considerato un giocattolo e un attrezzo di giocoleria di materiale vario, solitamente plastica, di forma circolare. Ad inventarlo furono nel 1958 i californiani Arthur Melin e Richard Knerr che durante un viaggio in Australia, rimasero colpiti da alcuni bambini che giocavano con un cerchio in bambù, tornati in patria decisero di crearne uno in plastica, più leggero, e fu subito boom.
Lo svolgimento del gioco con l'attrezzo consiste nel calzarlo e farlo ruotare costantemente attorno al bacino.
Gli esercizi sono molteplici per tipologia e difficoltà: l'attrezzo può essere fatto ruotare, oltre che al bacino, anche sugli arti inferiori o superiori a diverse altezze come attorno al collo. L'aggiunta di diversi hula hoop, inoltre, aumenta tecnicamente il livello di difficoltà dell'esecuzione dei movimenti, permettendo all'esecutore di compiere vere e proprie esibizioni. Per questo, spesso l'hula hoop è uno degli attrezzi utilizzati negli spettacolo circensi.
Oggi l'hula hoop è considerato anche un attrzzo molto ulite per dimagrire, tonificare e... divertirsi in palestra.
L'Hula fit (cosi è chiamata l'attività con l'hula hoop) aiuta a tonificare i muscoli di braccia, gambe, addominali e collo, grazie al movimento di coordinazione necessario a tenere il cerchio in equilibrio intorno al girovita. Secondo alcuni esperti, questa disciplina, eseguita nel modo classico, fa bruciare 100 calorie in soli 10 minuti di attività fisica.
Una lezione di Hula-Fit dura mediamente dai 30 ai 60 minuti e prevede una fase di riscaldamento a corpo libero, una fase di lavoro con l’attrezzo (facendolo ruotare intorno al bacino, ma anche attorno a collo e braccia), una fase in cui l’Hula Hoop diventa un mezzo per sollecitare altri muscoli (utilizzato, ad esempio, come appoggio per i piegamenti). Le rotazioni mobilizzano dolcemente la colonna vertebrale, direttamente o grazie al movimento di altre aprti del corpo ad essa collegate, migliorando in questo modo la flessibilità di tutte le articolazioni, ed una fase di stretching finale. Il tutto può essere eseguito a tempo di musica, rendendo ancor più piacevole l’esercizio fisico. 
Ritornare bambine, per una volta, avrà anche vantaggi sul nostro corpo!


                                                                                                                  (Fonti varie)

Pressoterapia: indicazioni e controindicazioni

La pressoterapia è un trattamento estetico che si basa sulla pressione esterna degli arti del paziente, attraverso un'apparecchiatura specifica. Le zone trattabili sono normalmente gli arti e la zona addominale, tramite degli applicatori (divisi normalmente in almeno 4 sezioni) che vengono indossati dal paziente (gambali, bracciali o fascia addominale), e gonfiati in maniera sequenziale (dalla sezione più estrema tipo il piede o la mano verso il tronco).
È importante che ogni seduta del trattamento con apparecchiature per pressoterapia avvenga solo dopo aver sbloccato manualmente i centri di raccolta del sistema linfatico (svuotamento delle stazioni linfonodali, partendo da quelle sopraclaveari, passando poi a quelle inguinali e terminando con quelle poplitee).
Questo tipo di trattamento estetico viene praticato a chi soffre di ritenzione idrica, sovrappeso (in quanto tutto il sistema linfatico e circolatorio è stressato), o per migliorare gli inestetismi causati dalla cellulite.
La pressoterapia è comparsa nel mondo estetico circa 15 anni fa e ha suscitato un notevole interesse e riscosso molto successo poiché trasmette una immediata sensazione di benessere.
E' importante ricordare che bisogna sempre affidarsi a persone esperte , perchè la pressoterapia può anche essere dannosa per la salute. 
Infatti a pressioni più alte non sempre corrispondono effetti e benefici maggiori; la pressione massima esercitata non dovrebbe superare la pressione arteriosa minima per non ostacolare l'arrivo di sangue ossigenato nei tessuti. E' quindi consigliabile non superare una pressione di 60 mm di mercurio.
La pressoterapia è utilizzata principalmente per il trattamento degli arti inferiori, le zone del corpo che presentano maggiormente problemi di tipo circolatorio ed è indicata in tutti i casi in cui è indicato il massaggio manuale. Può inoltre essere ottimizzata dall'applicazione complementare di sinergie di oli essenziali specifici ad azione drenante applicati sia manualmente, sia con l'ausilio di particolari e specifici bendaggi. Per ciò che concerne le controindicazioni è assolutamente sconsigliata in presenza di varici o flebiti.
Un ciclo di trattamento prevede 10/12 applicazioni due - tre volte la settimana, con un controllo periodico e una terapia di mantenimento adatti alle esigenze individuali.

Ecco alcune tra le indicazioni terapeutiche dove la pressoterapia è consigliata (elenco indicativo):
  • fasi iniziali di cattiva circolazione
  • insufficienza venosa
  • linfodrenaggio
  • fornire alle gambe leggerezza e sollievo
  • cellulite
  • rottura di capillari
  • scarso tono della pelle
  • distorsioni
  • edema linfatico
  • sciatica
  • vene varicose
E dove è controindicata:
  • trombosi venosa profonda
  • infezione della gamba
  • insufficienza cardiaca
  • tromboflebiti
  • insufficienza arteriosa periferica grave
  • dermatite
                                                                                              (Fonti varie)

venerdì 10 giugno 2011

Buccia di mele per muscoli tonici!

Per rendere più tonici e forti i nostri muscoli, si sa basta tenersi allenati magari facendo esercizi mirati in palestra, per un risultato migliore però é consigliabile mangiare spesso la buccia delle mele.
Secondo una ricerca svolta dall’Università dell’ Iowa, l’acido ursolico che é contenuto in grande quantità nella buccia delle mele (in misura inferiore poi nei mirtilli, nelle prugne e in alcune erbe aromatiche come l’origano), sarebbe in grado di proteggere l’indebolimento (soprattutto legato all’età) dei muscoli, dimostrandosi un valido strumento, naturale, contro l’atrofia muscolare.

E’ stato Christopher Adams a condurre questo studio i cui risultati sono stati pubblicati su “cell Metabolism”; dopo aver somministrato grandi quantità di questo acido ad alcuni topi di laboratorio, é risultato che questi avessero sviluppato in seguito una maggiore resistenza muscolare e un abbassamento del livello di colesterolo rispetto agli altri.
Alla luce di questi studi sarebbe da dire che una mela al giorno (meglio se con la buccia) oltre a togliere il medico di torno, ci rende più forti e in linea!

                                                                                                       (Fonte: www.notiziae.com)

I sandali fanno male alle nostre gambe!

Saranno anche comodi, e ormai hanno dilagato, contagiando spesso le maniache dei tacchi a tutti i costi, ma sembra proprio che i comodissimi sandali da antico romano facciano male ai nostri piedi.
L'allarme è stato dato dagli ortopedici britannici che hanno riscontrato nelle pazienti, che portavano questo tipo di calzature, danni al tendine d'Achille e un indolenzimento dei muscoli del polpaccio.Ovviamente al coro dei medici inglesi si sono uniti anche i podologi italiani che sconsigliano vivamente l'uso di questi calzari che sono un must dell'estate 2011.
Secondo Lorraine Jones, un podologo inglese,  queste calzature ultrapiatte rischiano di creare uno stiramento del tendine di Achille e un indolenzimento dei muscoli del polpaccio con un dolore sordo che può svilupparsi dopo un paio di settimane di uso. 
"E' vero - ribatte il   presidente dell'Associazione italiana podologi - il fatto è che le scarpe migliori per noi comuni mortali devono avere un tacco normale di 4-5 cm quindi basta indossare queste "pianelle" per prvocare uno stiramento del tendine d'Achille e del muscolo del polpaccio. e inoltre - conclude-  si rischiano vescicole e callosità da sfregamento".
Altro problema, le fascette intrecciate sul davanti, "che moltiplicano a loro volta il pericolo di arrossamenti e vescicole sulle dita. Queste scarpe hanno suole in cuoio sottilissime, e quindi non assorbono l'urto che il piede ha con l'asfalto mentre camminiamo.Insomma questa volta gli esperti "sono scesi dai trampoli" e accusano li sandali di non favorire il benessere di piedi e gambe. Ma allora quale è la migliore calzatura per questa estate che ormai è arrivata? La scarpa ideale è l' infradito, che lascia il piede libero, con una suola non troppo sottile, una pianta larga come quella del piede e un tacco massimo di 4 cm. Naturalmente in vero cuoio e non in plastica.
E per i bambini? "Dai cinque anni in poi - raccomanda Montesi - è opportuno scegliere sandali che lascino sempre la possibilità di articolare le dita. E per i più grandicelli, che spesso 'vivono' in scarpe da ginnastica, il consiglio è quello di indossare sempre un calzino sottile di cotone".
Aiutiamo i nostri piedi a farci stare bene!

                                                                                               (Fonti varie)

Obesità e tumore: correlazione

Studi recenti hanno dimostrato che tra le persone obese c'è un incidenza maggiore di malati di cancro. Questo è avvalorato dallo studio condotto da alcuni esperti, che duramnte il Congresso mondiale di Oncologia hanno spiegato che chi soffre di obesità ha il 20% di possibilità in più di ammalarsi di tumore.
Questi scienziati hanno detto, inoltre, che se una donna con un tumore al seno è obesa ha più possibilità, rispetto ad una normopeso, di avere delle recidive.
Secondo gli esperti, un fisico in costante sovrappeso o peggio ancora obeso, favorirebbe l’ insorgenza di diverse malattie tumorali perchè il tessuto adiposo, che nelle persone obese tende ad aumentare, è una sorta di “discarica” in cui si depositano le sostanze tossiche e cancerogene. Oltretutto il tessuto adiposo è anche fonte di produzione di estrogeni, che sono cancerogeni sopratutto per seno ed endometrio.
Ovviamente prestare solo attenzione al proprio peso corporeo non basta, bisogna anche seguira una dieta sana ed equilibrata e fare costante e moderata attività fisica: tutte caratteristiche che, se messe insieme, possono di certo aiutare a diminuire il rischio di incorrere in patologie di questo tipo.

                                                                                                  (Fonti varie)

Nucleare: i danni alla nostra vita

Già la semplice parola “nucleare“ fa paura perché evoca tragedie immani come le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki alla fine dell’ultima guerra mondiale o l’incidente di Chernobyl o ultimamente di Fukushima. 
Pochissimi collegano invece quel termine al suo significato originale ovvero a quella particella piccolissima e densa che sta al centro dell’atomo e che fu individuata, con un esperimento memorabile per chiarezza e semplicità, dal fisico inglese Ernest Rutherford nel 1911.  
Le bombe su Hiroshima e Nagasaki, con le migliaia di morti che provocarono e per le dolorose conseguenze genetiche che cagionarono, hanno rappresentato una delle manifestazioni più terribili della malvagità umana e tutti si augurano che una simile tragedia non abbia più a ripetersi. D'altra parte anche l’uso pacifico del nucleare come fonte energetica alternativa è ritenuta un reale pericolo per la salute e per l’ambiente, come in modo inequivocabile ha dimostrato l’incidente di Chernobyl e dopo il terremoto in Giappone, la fuoriuscita delle scorie dalla centrale di Fukushima.
Il vero problema del nucleare non è tanto la costruzione delle centrali ma lo smaltimento delle scorie radioattive.
Per scorie nucleari si intendono soprattutto quei materiali che, trovandosi nel reattore o nei pressi, sono soggetti a una continua emissione di radiazioni. Dal semplice bullone alle componenti mettaliche più grandi (pareti, contenitori ecc.). Al termine del ciclo di vita della centrale nucleare, questi oggetti devono essere trattati come rifiuti speciali da trattare con molta attenzione in quanto fortemente radioattivi, e quindi pericolosi. Oggi queste scorie vengono sotterrate dentro cave di sale, ma per perdere la loro pericolosità ci vogliono centinaia di anni, nel corso del quale producono danni genetici irreparabili. Forse sarebbe preferibile sfruttare di più le energie rinovabili come il solare e l'eolico, che non producono scorie dannose per la nostra salute.

                                                                                                    (Fonti varie)

Thalassoterapia: curarsi con l'acqua

Sfrutta la combinazione dello iodio, dell'acqua del mare e del sole, è la thalassoterapia. 
Gli effetti positivi sull'organismo sono svariate. Essa è indicata nel trattamento di patologie osteoarticolari, respiratorie, dermatologiche ed è efficace nella riabilitazione post traumatica.
 La principale caratteristica dell'acqua di mare è la salinità. La composizione dei sali contenuti è pressoché costante, mentre può variare la concentrazione. Oltre ai composti salini, l'acqua di mare contiene dei gas disciolti: ossigeno, anidride carbonica azoto come nell'atmosfera, ma in proporzioni diverse perché l'ossigeno è più solubile. Un'altra caratteristica dell'acqua di mare è la sua alcalinità.
I principali benefici di una cura thalassoterapica sono l’azione antidolorifica, rivitalizzante contro la fatica, coadiuvante della cura dei traumi, riequilibrante di uno stile di vita salutare.  Per avere un effetto terapeutico una cura deve durare almeno sei giorni di seguito, con quattro sedute giornaliere, di cui tre con l’uso di elementi specifici della thalassoterapia ( acqua di mare e elementi dell’ambiente marino).
Principali indicazioni:
Artrosi
Traumi
Cellulite e prevenzione dell’obesità
Cure gerontologiche
Astenia
Reumatismi infiammatori
Ginecologia
Cardiologia
Medicina dello sport
Problemi endocrinologici
Controindicazioni
Controindicazioni relative: Insufficienza renale
Controindicazioni formali: cardiopatia scompensata o non stabilizzata, malattie dermatologiche infettive, alergia allo iodio, ipertiroidismo.
Adesso che conosciamo gli effetti benefici del mare, quest'estate forse, staremo più ammollo che non sotto il sole!

                                                                                         (Fonti varie)
                                                                     

Piedi belli e in forma

Il piede rappresenta la porzione più distale dell'arto inferiore. In esso si distinguono la caviglia, che media la continuità con la gamba, il tallone, che costituisce l'estremità posteriore del piede, il metatarso, che costituisce la porzione anteriore del piede, e cinque dita del tutto simili a quelle della mano ma prive dell'abilità prensile a causa dei diversi rapporti che queste prendono con il metatarso.
Il piede è l'unico mezzo di locomozione a costo zero, ma i piedi sono un importante indicatore del nostro benesse. Il piede viene anche detto "Cuore  periferico venoso" perchè il sistema plantare associato al sistema del polpaccio crea un sistema di pompaggio che spinge il sangue a ritornare verso il cuore.
Detto questo è ovvio che molte patologie che non interessano direttamente il piede sono dovute alla carenza di questo sistema di pompaggio. E' consigliabile quindi rivolgersi ogni tanto ad un podologo che grazie alla sua esperienza potrà valutare la salute dei nostri piedi. Con l'esame baropodometrico si vedono eventuali disordini posturali dei piedi.
Dopo aver corretto eventuali disordini con sistemi appropriati, è importante mantenere i piedi in salute con una bella camminata ogni tanto e con l'utilizzo di scarpe corrette, specie per le donne, che molte volte costringono i piedi in calzature sbagliate, troppo alte o troppo basse, il tacco corretto per il nostro piede ma anche per la nostra schiena delle essere alto 3-4 cm, e l suola deve essere morbida e flessibile.
Cosi ne gioverranno non solo i nostri piedi, ma tutto il nostro corpo.


                                                                                     (Fonti varie)  

giovedì 9 giugno 2011

Lato B: una 50enne batte Pippa!

Dopo aver fatto parlare tutto il mondo del suo lato B alla fine Pippa Middleton ha perso nella sfida dei migliori lati B del jet set.
Una 50enne, Carol Volderman, giornalista statunitense è riuscita ha strappare a suon di voti la coppa di Miglior Lato B. Il suo segreto? Un bel culo!
Quale sarà il suo segreto? Mentre fremiamo, alle porte dell'estate, di sapere come ottenere un bel fondo schiena pieno, sodo e alto ricordiamo quali sono gli esercizi mirati per il nostro lato più sensuale.
Attenzione, non si tratta di dimagrire. Deve essere tonico e formoso. Quindi sostituiamo il grasso con i muscoli grazie a una buona alimentazione e a degli esercizi ginnici mirati. 
Fate movimento, il più possibile. lunghe camminate, jogging,  gite in bicicletta, e quando possibile cercate una palestra vicino a casa, dove siano disponibili le attrezzature necessarie per una corretta attività aerobica  ed eseguite, sotto la guida di un personal trainer, quegli esercizi che stimolano i muscoli dell'area interessata.
L'attività fisica aiuterà sicuramente a tonificare i muscoli dell'area interessata, e a bruciare in parte le calorie in eccesso, ma dobbiamo seguire anche una dieta adeguata che sia di supporto all'attività fisica e i risultati non si faranno attendere. Il consiglio anche qui è quello di consultarsi con il proprio istruttore o, meglio, parlarne con il proprio medico.
E infine, massaggi. Costano, e non tutte possono o vogliono permetterseli,  ma possono aiutare a stimolare la circolazione nella zona, e in combinazione con attività fisica e dieta possono dare anche loro un contributo al conseguimento dell'obiettivo. Da soli servono relativamente poco.
Un ultimo consiglio: le creme miracolose e le acque minerali che ci trasformeranno tutte in top model lasciamole pure ai pubblicitari, noi sudiamo in palestra, le nostre nonne dicevano: " Chi bella vuole apparire un poco deve soffrire"....

                                                                                                 (Fonti varie)


mercoledì 8 giugno 2011

Metti la retromarcia: vivi meglio!

Camminare all’indietro fa bene alla salute e aiuta a dimagrire. Lo rivela uno studio realizzato in Sudafrica dall’Università Stellenbosch. Secondo i ricercatori del prestigioso ateneo la cosiddetta “camminata del gambero” aiuta molto di più rispetto a quella canonica in avanti e, soprattutto, risulta più efficace nei casi di riabilitazione per problemi alla schiena o alle ginocchia.
Marciare all’indietro permette di recuperare prima la forma fisica e di non caricare eccessivamente sulle articolazioni.I ricercatori hanno coinvolto nello studio un gruppo di studentesse universitarie. Suddivise poi in ulteriori due gruppi, sono state invitate a praticare la marcia in avanti o all’indietro, a seconda del gruppo di appartenenza. Il test è durato 6 settimane e prevedeva di marciare tre volte a settimana. Sia prima che alla fine dello studio, le partecipanti sono state sottoposte ad analisi. I dati raccolti hanno mostrato che le ragazze del gruppo che camminava all’indietro avevano una significativa diminuzione del consumo di ossigeno, poiché i loro polmoni lavoravamo meglio. E, in media avevano perso il 2,5 per cento di grasso corporeo.
In un’intervista al Daily Mail Bramber ha recentemente dichiarato che i vantaggi nel camminare all’indietro sono notevoli. A risentirne favorevolmente è la postura: «poiché – sostiene lui - si poggia e si spinge all’infuori dalla parte anteriore del piede e gli alluci si rafforzano». Anche la coordinazione trae beneficio dal passo del gambero perché è stato dimostrato che andare al contrario stimola le funzioni cognitive e migliora la velocità di reazione.
Ma i vantaggi, secondo Bamber, si estendono anche all’aspetto della preparazione fisica. Infatti un giro di pista all’indietro fornisce l’equivalente in termini di fitness di sei giri di pista percorsi camminando in avanti. Tradotto in termini pratici, ciò significa che cento passi all’indietro equivalgono, come benefici, a mille passi in avanti. Non resta dunque che iniziare ad imitare i gamberi. Magari iniziando a passo lento, con le dovute accortenze, per evitare spiacevoli sbandamenti.   

                                                                                                                        (Fonti varie)

Pillola blu: rende sordi!

Il Viagra e altri farmaci anti-impotenza potrebbero provocare la sordità in coloro che ne fanno uso. E' quanto affermano i medici, secondo quanto riporta il sito web del quotidiano britannico The Telegraph. Tali farmaci sono stati infatti collegati a centinaia di casi di improvvisa perdità di udito in tutto il mondo, e alcuni anche in Gran Bretagna.  
Quarantasette casi sospetti di perdita dell'udito neurosensoriale, cioè una rapida perdita di udito in una o entrambe le orecchie, sono stati associati al Viagra e a farmaci come Cialis e Levitra. Tuttavia, dagli Stati Uniti sono arrivate altre 223 segnalazioni, escluse al momento per mancanza di dettagli.  Il Viagra e altri farmaci contro l'impotenza vengono, quindi, collegati a centinaia di casi d'improvvisa perdita dell'udito.
Gli esperti hanno ora richiesto accertamenti da parte delle autorita', ma i pazienti che in America, Asia e Australia hanno iniziato a soffrire di problemi all'udito sono stati gia' interrogati ed e' emerso che i disturbi sono iniziati subito dopo aver preso le pillole. I ricercatori non hanno ancora capito come il Viagra possa influenzare l'udito, ma ipotizzano che una qualche catena di reazioni chimiche possa avere effetti nella parte interna dell'orecchio. "I medici che prescrivono questi farmaci", hanno spiegato gli esperti, "devono essere vigli su questo potenziale effetto collaterale". Tuttavia, la Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency, l'agenzia che vigila sui farmaci nel Regno Unito, ha sottolineato che le segnalazioni di perdita dell'udito legate al Viagra sono "estremamente rare".

                                                                                                (Fonti varie)

martedì 7 giugno 2011

LIPOSUZIONE? GRASSO VA VIA MA "RITORNA" DOPO UN ANNO

Forse e' triste saperlo per chi ha speso soldi e riposto tante aspettative nella liposuzione: una ricerca senza precedenti dimostra infatti che, a un anno da questa procedura che rimuove il grasso, questo ritorna, distribuendosi in altre parti del corpo, tipicamente nelle zone superiori del corpo, braccia, spalle, parte superiore dell'addome. Secondo quanto si legge su The Indipendent e sul New York Times, la ricerca e' stata condotta presso la University of Colorado da Rudolph Leibel e pubblicata sulla rivista Obesity.

La liposuzione e' un modo 'semplice' per eliminare il grasso in eccesso e rimodellare le parti del corpo che ci fanno piu' soffrire: cosce, fianchi, pancia, si infila dove serve una specie di tubicino sottocute e questo, come un aspirapolvere, succhia via il grasso in eccesso, distruggendo anche la 'rete' di materiale extracellulare che teneva in sede quelle cellule di adipe dalle conseguenze esteticamente inaccettabili per molti.

La liposuzione e' un modo rapido e con meno sacrifici rispetto a una dieta, ma la sua efficacia e' messa per la prima volta in discussione da questo studio Usa. Gli esperti hanno arruolato 32 donne e a 14 di loro hanno praticato la liposuzione, osservando tutto il campione a piu' riprese fino a un anno dalla procedura. Ebbene, e' emerso che mentre a sei settimane dalla liposuzione le pazienti trattate avevano perso in media il 2,1% del proprio grasso, contro appena lo 0,28% del gruppo di controllo, queste differenze tra i due gruppi risultano totalmente scomparse a un anno dalla procedura.

Il grasso e' ricomparso altrove, su braccia, spalle e parte superiore dell'addome: anche se le gambe sono rimaste magre per effetto della liposuzione, il grasso corporeo complessivo e' tornato ad essere quello pre-intervento. Il corpo, insomma, si ribella e il numero di cellule di grasso (adipose) tende a rimanere costante, per cui se ne togli da una parte ricompaiono da un'altra per ripristinare l'equilibrio.

                                                                                                                   (Fonte: www.leggo.it)

Lampade abbronzanti cancerogene: stop dall'OMS

Niente più dubbi. Le lampade abbronzanti sono cancerogene e, soprattutto se l’abitudine al lettino solare inizia da giovanissimi, aumentano notevolemente i rischi di tumore cutaneo, anche di una forma aggressiva come il melanoma. Sono le conclusioni dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che ha deciso di alzare il livello di rischio delle apparecchiature Uv, passandole dalla categoria di «probabili cancerogeni» a quella di «cancerogeni per l’uomo». 
Ad avvalorare la tesi uno studio condotto da studiosi britannici che è stato pubblicato sulla rivista Lancet che ammonisce come il rischio melanoma aumenti fino al 75% quando a sottoporsi all’azione delle lampade sono giovani con un’età al di sotto dei 30 anni.
L'utilizzo delle lampade abbronzanti a fini cosmetici pone - scrive il titolare della Sanità - rilevanti problemi connessi alla dimostrata nocività delle radiazioni ultraviolette». Fazio entra poi nel merito scientifico del funzionamento delle lampade per sottolineare che «l'abbronzatura artificiale è una risposta di difesa della pelle ad un danno indotto dalla radiazione Uv a carico dell'acido desossiribonucleico dei melanociti, le cellule della pelle che producono la melanina, pigmento responsabile del clorito della pelle e che ha la funzione di difenderla». Il ministro ricorda infine che già negli anni scorsi la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni non Ionizzanti e l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro classificavano come «cancerogeno per l'uomo l'utilizzo di dispositivi abbronzanti che emettono radiazioni Uv, con un aumento del rischio di melanoma cutaneo statisticamente significativo». 
Con la nuova classificazione di rischio, i lettini e le lampade solari entrano nella classe uno di rischio tra i fattori tumorali, affiancando l'amianto, il radon, il fumo, gli alcolici e l'epatite. La tintarella da lampada è più pericolosa per i giovanissimi che hanno molti melanociti maturi, pronti a reagire alle radiazioni UV. In Francia sono vietati lettini e solarium per i minorenni; allo stesso divieto stanno pensando Germania e Gran Bretagna. Regole severe sono in vigore anche negli Stati Uniti, specialmente per proteggere gli adolescenti.
I giovani, quindi, farebbero meglio a trascorrere una giornata all'aperto per acquisire un colorito più scuro pittosto che rinchiudesi dentro una doccia "solare"! 

                                                                                                (Fonti varie)

Peli superflui: dagli USA la soluzione

Dall’America sbarca in Europa un nuovo prodotto "miracoloso" per la lotta ai peli superflui, sempre più accanita all’avvicinarsi della prova costume. Nella speranza di dire addio a cerette, rasoi e trattamenti di vario tipo per sbarazzarsi degli odiati peli superflui negli Stati Uniti la nuova formula miracolosa. Il ‘siero della speranza’ è esaurito in 24 ore. Uomini e donne di ogni età hanno comprato tutte le scorte dei negozi negli Usa dell’Adonia Hair Reducer Serum, una crema che promette di rallentare la crescita di barba e peli grazie a bergamotto, camomilla, cedro e lavanda. Gli oli vegetali infatti produrrebbero uno “stato catatonico” dei follicoli, indebolendo la formazione di pelurie baffi e villi. Un’opportunità che farebbe felici non poche persone. Dopo gli Usa, il siero arriverà in Gran Bretagna dove il prodotto arriverà il prossimo mese  si sono iscritti in 10mila. Il siero porterebbe alla riduzione della produzione pilifera del 46% . Se c’è costanza per sei settimane di fila, i risultati – secondo i produttori - sarebbero «strabilianti», con il 70% in meno di ricrescita. In pratica, significherebbe farsi la barba (o depilarsi con il rasoio) una volta ogni tre settimane.
In un intervista un portavoce di Adonia Organics ha riferito che "I risultati non hanno paragoni e non vediamo l’ora di lanciare il prodotto in Inghilterra, dopo il successo negli Stati Uniti".
Il business dell’epilazione può in effetti rappresentare una miniera d’oro per le società del settore. Secondo studi citati dal Daily Mail una donna spende in media 12.000 sterline (13.474 euro) durante l’arco di una vita nella lotta contro i peli e il 60 per cento delle donne ha provato trattamenti dolorosi come la ceretta o il laser. Gli uomini invece passano 300 ore della loro vita a radersi la barba e il 99 per cento di loro la considera una pratica fastidiosa. 
Aspettiamo, anche in Italia, con trepidazione questo nuovo prodotto che ci garantirà la pelle liscia per settimane!!!

                                                                                                                         (Fonti varie)

Pillola rosa: riaccendi il desiderio!

Se l’uomo può contare su molte soluzioni per riaccendere il desiderio sessuale, la donna non ha a disposizione molti farmaci. Sono molte le giovani donne che per stanchezza, stress o disfunzioni ormonali non hanno più voglia di fare l’amore, ma ora uno studio in fase avanzata apre nuove speranze.

Arriva la «pillola rosa», che promette di riaccendere il desiderio femminile, facendo ricorso semplicemente alla fitoterapia e alla tradizione ayurvedica. Secondo un recentissimo studio dell’Università di Pavia, infatti, ben il 30% delle donne presenta un calo drastico del desiderio. Aldilà dei singoli problemi legati alla psiche e alle situazioni individuali, la causa pare da ricercarsi anche nella sfera biologica, determinata da un basso livello di endorfine, le molecole che regolano i meccanismi di gratificazione e di protezione dal dolore. Una condizione tipica, tra l’altro, di chi soffre di sindrome premestruale, ossia circa il 10% delle donne.
Ma secondo alcuni sessuologi c’è una soluzione: «Il rimedio si chiama drospirenone, l’unico progestinico contenuto nella pillola contraccettiva che agisce direttamente su queste sostanze. Dopo soli 6 mesi di assunzione, la molecola ha dimostrato di favorire un aumento della libido, un miglior raggiungimento dell’orgasmo e una più alta frequenza di rapporti».
E’ tra l’altro piuttosto noto, ormai da decenni, che lo sport possa rappresentare uno straordinario detonatore per scatenare le endorfine, essenziali per determinare una sessualità piena e appagante. «Ma l’aiuto della medicina - aggiunge la sessuologa - è indispensabile quando il disturbo diventa più severo».
Da questi studi è nata dunque la pillola rosa,in commercio sotto la dicitura «VDesiderio» un integratore alimentare, del tutto naturale, a base di essenze mutuate dalle antichissime ricette andine, sudamericane e dalla cultura ayurvedica. Una combinazione che promette di riaccendere il desiderio, di far sentire la donna attiva e giovane fisicamente, sessualmente e intellettualmente. 
I dati raccolti dagli studi clinici dimostrano che 100 mg di questa sostanza, presi una volta al giorno alla sera prima di andare a letto, aumentano il numero di attività sessuali soddisfacenti e il desiderio sessuale. Inoltre si riducono anche i disagi associati al calo del desiderio.
La flibanserina non è un farmaco ormonale, ma la sua molecola agisce sul bilancio dei neurotrasmettitori cerebrali, riportandolo in equilibrio, ovvero fa in modo che non prevalga l’azione di sostanze inibitorie. Questo farmaco potrebbe rappresentare una rivoluzione in questo settore, non solo per la donna ma anche per la coppia perché aiuta a mantenere vivo il desiderio, che per vari motivi si spegne nel tempo.

                                                                                                                      (Fonti varie)